Descrizione
DESCRIZIONE CANTINA:
Siamo in Romagna, una terra di colline dolci e pendii sinuosi: un territorio che eleva il vino a nettare dai colori dorati, fra storia e leggenda.
Lo stesso territorio che riflette il carattere bonario e genuino dei romagnoli.
I vini dei Conti riflettono questa genuinità, una tradizione rurale e gentile che dagli anni ’50 al 1989 viene raccontata da Antonietta Conti.
E’ lei, la prima, a promuovere la salvaguardia di un piccolo grande patrimonio vitivinicolo della zona. Parliamo del Centesimino, aromatico e soave, parliamo di una vite di carattere, con ogni probabilità scampata a una brutta epidemia di filossera e conservatasi al riparo delle mura faentine.
Una varietà che arriva ai giorni nostri come un fil rouge che unisce il secolo scorso a quello attuale.
Le redini aziendali passano nel 1989 a Leone Conti.
Il piacere della vite, la sorpresa della vinificazione e le molteplici facce che una bottiglia può avere – quasi un caleidoscopio inaspettato di personalità tutte da scoprire – lo portano a eleggere il vino a compagno di soddisfazioni e fatiche.
L’amore per la vite va di pari passo con una progressiva crescita dell’azienda, che da cantina di respiro locale inizia ad essere apprezzata non solo su scala nazionale ma anche all’estero. Diffusione capillare e ricerca continua di nuovi stimoli, grande attenzione per ogni fase della produzione, rigorosamente a base di varietà autoctone: questi i tratti distintivi che accompagnano i vini Leone Conti verso nuove frontiere.
Il 2013 vede l’ingresso in azienda di Gianfrancesco Conti.
Ed è proprio lui a portare una nuova spinta innovativa. Per sua iniziativa l’azienda si orienta verso la produzione bio, iniziando il percorso di totale conversione.
Un cambiamento importante, un nuovo orientamento mosso dal desiderio di sperimentazione e diversificazione, nel pieno rispetto dei ritmi stagionali e della natura.
DESCRIZIONE VINO:
Giallo dorato. Naso mirato al registro olfattivo più che sulla sua potenza. Intriganti note di rosa gialla e biancospino, in felice connubio con il frutto della susina gialla. Anche in bocca sceglie distare sul lato dell’eleganza, senza privarsi di quel carattere fresco, e a tratti minerale, che lo distingue.